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CAI Castelfranco Veneto

La Storia del CAI di Castelfranco Veneto

Fondata nel 1924 per iniziativa di Primo Rebellato, tra i tavolini del Caffè di Mezzo, il nostro Club comincia ad organizzare le prime gite d’estate esclusivamente escursionistiche, sulle montagne più vicine: Pasubio, Pavione, Cima d’Asta, Ortigara, Altopiano di Asiago e naturalmente il Monte Grappa che veniva salito anche tre, quattro volte per stagione. Nel 1929, l’anno del gran freddo, cominciarono anche le gite invernali con gli sci nell’altopiano di Asiago, e la collinetta del Belloccio. Il numero dei soci nel frattempo era arrivato attorno alla cinquantina, anche perché il regime fascista aveva iniziato a creare un’organizzazione propria quale

l’Opera Nazionale Dopolavoro che era praticamente in concorrenza e che tendeva ad accentrare tutte le attività ricreative e sportive. Con gli anni difficili della guerra la Sezione cessò in sostanza di esistere. Nel 1945 e negli anni immediatamente seguenti, soprattutto per merito dell’Ing. Sagramora, per più anni presidente, la Sezione riprende con un gran fervore all’organizzazione di nuove gite. Ripresero nel frattempo anche le arrampicate tra il Pomagagnon, il Sorapiss e le Tre Cime, memori dell’anno 1937 in cui i primi alpinisti castellani si cimentarono nel gruppo delle Cinque Torri e sulle pareti della Torre degli Inglesi. All’iniziale entusiasmo post bellico subentrò, poi, una successiva fase di stanchezza fino alla rinascita nei primi anni “cinquanta” grazie soprattutto a due simpatici nomi dell’alpinismo castellano: Domenico «Memi» Andretta e Giacomo De Monte. È in questi anni che una nuova leva comincia a far parlare di sé con le sue fortissime ascensioni: Renato Gobbato.

Consiglio direttivo

Titolati

PRESIDENTE

Baldassa Paolo

VICEPRESIDENTE

Antonio Fantin
Cristian Fraccaro

CONSIGLIERI

Bobbato Giovanni
Caon Giuseppe
Confortin Emanuele
D’agostini Nadia
Marcellan Fabio
Piovesan Alessandro
Salvalaggio Alessandra
Trentin Enrico
Vianello Matteo

SEGRETARIO

D’agostini Nadia

SEGRETARIO

Gazzola Quinto

REVISORI

Tonello Adriano
Calzavara Paolo
Tenani Cristina

Titolati

ISTRUTTORI NAZIONALE DI SCI ALPINISMO

Cristian Fraccaro

ISTRUTTORI NAZIONALI DI ALPINISMO

Azio Bidoia, Emanuele Confortin, Andrea Basso

ISTRUTTORI NAZIONALI DI ARRAMPICATA LIBERA

Nicola Ballan

ISTRUTTORE DI SCI ALPINISMO

Filippo Cervellin

ISTRUTTORI DI ALPINISMO

Luciano Berti, Marino Goegan, Marco Brunati, Marco Alberton

ISTRUTTORI DI ARRAMPICATA LIBERA

Alessandro Sgarbossa

ACCOMPAGNATORI DI ESCURSIONISMO

Paolo Baldassa, Giovanni Bernardi, Giacinto Gazzola, Andrea Possamai, Giuseppe Caon, Umberto Corponi, Cosetta Masi, Alessandro Piovesan

ACCOMPAGNATORE NAZIONALE DI ALPINISMO GIOVANILE

Giulio Breda

ACCOMPAGNATORI DI ALPINISMO GIOVANILE

Paolo Baldassa, Gianni Crocetta, Antonio Fantin, Patrizia Zanni

OPERATORI NATURALISTICI

Francesco Maria Calamelli, Rachele Rosin

I PRECURSORI DELL’ALPINISMO CASTELLANO

Renato Gobbato
(“el bagnin”)

Con Alberto Fraccaro “Marmeata”, si impegna dapprima in ascensioni sulle medie difficoltà (Campanile di Val Montanaia, Campanile Basso, Spigolo Jori della Punta Fiammes). A Castelfranco, perlomeno in certi ambienti, si comincia a parlare per la prima volta di sesto grado, e non è più il sesto grado che fanno gli altri, ma quello che pratica un castellano. Dal periodo che va dal 58 al 62, sue sono le salite alla Solleder del Sass Maor e la Steger del Catinaccio, la Tissi della Torre Venezia e la Comici della Cima Grande, la Ratti della Torre Venezia e la Buhl della Pala Canali, la Andrich del Cimon, la Ratti della Civetta e la Cassio della Torre Trieste. (Suoi compagni più assidui furono i veneziani Gianni Franzoi e Dino Toso, il cittadellese Renzo Timillero “Ghigno” e il castellano d’adozione Francesco Beltramello “Aquaesucaro”). Il 1963 è l’anno della svolta per il Bagnin, e per la Sezione del CAI di Castelfranco.

Portate a termine, infatti, le salite della Castiglioni, della Pala Canali, della Gilberti, della Busazza e la Via delle Guide sul Crozzon di Brenta, dopo cinque anni di attività estrema, viene ammesso al C.A.A.I., su proposta degli Accademici veneziani Vittorio Penzo, Marcello Canal e Guido De Diana. Dopo soli otto anni d’attività gli è conferito il riconoscimento di Accademico. Nel ‘64 il neoaccademico, assieme al bassanese Carlo Zonta, continua a ripetere vie tra le più impegnative delle Alpi, il diedro Philipp-Flamm della Punta Tissi, e la via Soldà alla Marmolada, il primo considerato tra i più difficili percorsi di tutte le Alpi (900 m. di sesto grado superiore superati in dieci ore), la seconda ritenuta tra le più classiche salite di sesto grado delle Dolomiti.

Foto storiche